I giardini della luce II
ISMN : 979-0-2325-6747-1
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ENG
The collection of five pieces I giardini della luce II is the result of the research work carried out with the saxophonist Emanuele Dalmaso, which kept me busy for several months.
The pieces are five listening spaces in which the saxophone, in relation to the piano, probes the hidden expressive corners of its instrument, in search of evolving space-time dimensions.
In the first space the saxophone builds, starting from two fingerings, a progressive enrichment of the sound spectrum, with an almost elastic rhythmic trend, while the piano expands the expressive potential in register and timbre; in the second space the stratification and emergence of rigid metrics fix the rhythm, blocking the movement of the two instruments; progressively, the fixity will open the doors to the third space in which the musical figure of the constant metronome melts into the timbre components of multiphonic slaps; the fourth is a lyrical space in which temporal stratifications in movement emerge here too; the fifth space is a long parabola in which an architecture foreshadows glimmering timbres.
ITA
La raccolta di cinque brani I giardini della luce II, è frutto del lavoro di ricerca svolto con il sassofonista Emanuele Dalmaso, che mi ha impegnato per diversi mesi.
I brani sono cinque spazi d’ascolto nel quale il sassofono, in relazione con il pianoforte, sonda angoli espressivi nascosti del proprio strumento, alla ricerca di dimensioni spaziotemporali in evoluzione.
Nel primo spazio il sassofono costruisce, a partire da due diteggiature, un progressivo arricchimento dello spettro sonoro, con un andamento ritmico quasi elastico, mentre il pianoforte espande il potenziale espressivo nel registro e nel timbro; nel secondo spazio la stratificazione e l’emersione di metriche rigide fissano il ritmo, bloccando il movimento dei due strumenti; progressivamente, la fissità aprirà le porte al terzo spazio nel quale la figura musicale del metronomo costante si scioglie nelle componenti timbriche di slap di multifonici; il quarto è uno spazio lirico nel quale emergono, anche qui, stratificazioni temporali in movimento; il quinto spazio è una lunga parabola nella quale un’architettura adombra timbri baluginanti.
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Per Bloland
Etienne Haan
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